Alessio Riccio

PULSAZIONI DIFFERENTI

Jazzit n° 42, Settembre/Ottobre 2007


    Originalissimo questo diciottesimo intervento di Alessio Riccio, apprezzato e ricercato percussionista/batterista, nonché docente a Siena Jazz. L’argomento è incentrato sul particolare binario parallelo con cui ogni musicista di jazz ha costantemente a che fare e che comprende l’aspetto compositvo/concettuale e quello di esecuzione/performance. Buon lavoro a compositori, percussionisti, a batteristi e, perché no, a tutti gli altri musicisti intelligenti che sanno trarre informazioni utili anche da ciò che non è loro direttamente dedicato.

 

Tomaso Lama


    Le PulsazioniDifferenti sono allo stesso tempo concetto e strategia compositiva, un mezzo de-serializzante per un percorso de-serializzato, per la de-standardizzazione del linguaggio.

Non si dà creazione se non nell’imprevedibile che diviene necessità
— PIERRE BOULEZ

    Per illustrare le PulsazioniDifferenti analizzerò brevemente alcuni parametri metrico-ritmici di composizioni da me realizzate. 


PulsazioniDifferenti come RitmoInvolucro

    

Le PulsazioniDifferenti prendono forma su metriche molto lunghe, dato che in esse lo spazio da “occupare” non possiede la ciclicità tipica delle metriche usuali: l’insieme costituito dalla metrica inusuale e dalle componenti ritmiche che inserisco pre-determinatamente forma i RitmiInvolucro. In e con essi, il concetto di “battere” (il tempo forte della misura) comunemente inteso lascia spazio all’idea di una serie di centri di convergenza ove i cicli ritmici (e l’improvvisazione che vi si muove sopra, dentro e accanto) si ritrovano, anche solo per un momento.

 

     Da: Joan Mirò - Il Carnevale di Arlecchino (1924/1925)

(Alessio Riccio/Ernst Reijseger - Drawing, Works for Drums and Cello - Unorthodox Recordings, 2000)

     Costruisco il RitmoInvolucro su un 17/8 e con una drum machine, utilizzando due timbri percussivi, acuto e basso:

     Nella sezione A, che apre e chiude la composizione, suono un linear groove di derivazione funk, utilizzando cassa, rullante e due hihat:

     Nella sezione B (situata al centro della composizione) suono un ritmo di concezione piuttosto semplice che però, date l’orchestrazione e l’elevata velocità metronomica, crea un effetto ciclico estremamente interessante:

 

     Da: Luna Of The Barbarians

(Alessio Riccio/David Shea/Ellery Eskelin - Drawing, Opus 2: Paul Klee - Unorthodox Recordings, 2003)

     Nella sezione A il RitmoInvolucro è costruito in due passaggi, prima i tre octobans poi gli ogororo e lo hihat:

      Dentro questa PulsazioneDifferente il trio improvvisa, seguendo una struttura lineare pre-determinata.

      Nella sezione B il RitmoInvolucro è costituito da un denso tappeto ritmico pre-registrato ed editato randomly:

     Utilizzo ancora una volta un linear groove, stavolta un po’ più rockeggiante, suddividendo il 35/8 in 3 porzioni metriche (11+11+13):

 

 

     Da: Mark Tobey - Edge Of August (1953)

(Alessio Riccio/Ernst Reijseger - Drawing, Works For Drums And Cello - Unorthodox Recordings, 2000)

     La composizione si fonda su un complesso RitmoInvolucro, costituito da varie metriche e una melodia di campanacci:

Edge 1.jpg

     Orchestro con l’ennesimo linear groove:


PulsazioniDifferenti come Rifrazione

 

    Grazie alla Rifrazione creo flussi ritmici che non possiedono direzionali fissa e che si fondano sull’effetto auto-ipnotico e dilazionante della ripetizione. Li chiamo RitmiCubisti, per la loro caratteristica di essere ascoltati e interpretati secondo la più diverse angolazioni, dato che, come nella pittura, si sviluppa una relazione continua tra linea principale e linee secondarie.

La linea astratta acquista la sua forza e partecipa dal fondo con tanta maggiore violenza quanto più se ne distingue, senza che tale fondo si distingua da essa
— ODILON REDON

 

    Direzione e valori ritmici vengono percepiti dal modo in cui si confrontano e si ricongiungono a una pulsazione fondamentale. Ogni elemento si riverbera in ogni direzione, interagendo con la performance non pianificata, creando una complessa struttura ritmica che produce un dinamismo solo apparentemente disordinato, un disordine simulato.

    La costruzione dei RitmiCubisti avviene a strati, in diretta e grazie all’ausilio di un campionatore, che poi riproduce i ritmi in loop.

 

     Da: Jean Paul Riopelle - Incontro (1956)

(Alessio Riccio/Ernst Reijseger - Drawing, Works For Drums And Cello - Unorthodox Recordings, 2000)

 

Da: First Narrow Passage

(Alessio Riccio - Hallucinated Memories - Unorthodox Recordings, 2003)

 

     Da: Third Narrow Passage

(Alessio Riccio - Hallucinated Memories - Unorthodox Recordings, 2003)

     John Cage scrive che prima di formare una struttura per mezzo del ritmo è necessario decidere cos’è il ritmo. Per me è il ritmo è polivalenza, plurivocità, multi-interpretabilità. Originalità in quanto non-probabilità. Mutazione.


Il problema è quello di riversare sopra il vissuto quotidiano, nell’azione sociale di ognuno, quanto l’arte addita in forma simbolica ma reale, fornendo modelli sperimentali
di nuove relazioni con le cose.

Non sarebbe né importante né appassionante sforzarsi di modificare l’arte,
di innovare il linguaggio se non ci fosse, più che la speranza la certezza,
che modificando l’arte, si modifica la mente, e ci si può così avviare
a una vera e progressiva rivoluzione dei comportamenti sociali,
onde pervenire a mutare il mondo, a cambiare la vita.
— EDOARDO SANGUINETI